Le Beatitudini e il dono dell’Intelletto
10.06.2019
Sabato, lo Spirito Santo ci ha detto[1] che inizia il tempo delle Beatitudini e oggi, nel Vangelo, abbiamo annunciato le beatitudini, le abbiamo annunciate all’Universo. Festeggiamo Maria, Madre della Chiesa e San Giuseppe, Padre della Chiesa; lo facciamo con la consapevolezza che a Loro sono affidate le opere di Dio. La prima cosa che mi viene da dire, cercando di capire le beatitudini, è: ricordiamoci sempre che sono da ascoltare, da lasciare che si calino nello spirito, cercando le cose di lassù. Infatti se voi prendete le beatitudini e le mettete sul livello della terra, non sarete mai beati e soprattutto sembrerebbero anche assurde. Per fare un esempio: beati i perseguitati a causa della giustizia, potrebbe significare che ogni delinquente è beato, deve scappare a causa della giustizia. Se non prendiamo tutta la parola di Dio, che lo Spirito Santo ci ha detto tanto di leggere e di farla nostra perché Lui possa ricordarcela quando ci serve, sapendo che noi non siamo di questo mondo, non ha senso, e se prendiamo tutta quest’opera cercando di aggiustarle a questo mondo noi saremo infelici e non beati. Questo è quello che intendeva lo Spirito Santo quando ha detto con delicatezza che qualcuno ha preso in ostaggio la parola di Dio e l’ha buttata come un peso[2]. Infatti, se tu la metti su questo mondo è un peso. Se tu dici: “Devo essere beato perché adesso sto male e poi dopo starò bene”, forse si alimenta un po’ la speranza ma non voleva dire questo Gesù. Egli intendeva beati voi, beati adesso, beati adesso perché il regno di Dio è qui, è adesso, è dentro di voi, il regno di Dio è in voi. Beati perché vivete da ora l’eternità, beati perché state costruendo la nuova creazione, beati perché queste cose non ve le ha rivelate né il sangue né la carne ma ve le ha rivelate il Padre Mio che sta nei cieli: “Beato te, Simone di Giona!”[3]. La beatitudine nasce perché cercando le cose di lassù tu capisci che tutta la dimensione terrena è una purificazione, è un passaggio nello spirito del mondo che ci circonda da ogni parte che è fuori di noi e dentro di noi. Lo spirito del mondo in parte ci ha plasmati un po’ tutti a sua immagine e somiglianza, sporcando l’immagine e la somiglianza di Dio in noi. Ci è riuscito anche per colpa, anche questo dobbiamo ammetterlo, dei cattivi insegnamenti che abbiamo ricevuto da parte dei pastori sbagliati e chi ci ha buttato addosso dei pesi. Tante volte, nel Vangelo, Gesù ci chiama beati: “Beati voi quando vi insulteranno e diranno ogni sorta di male contro di voi, grande sarà la vostra ricompensa”[4]. Se non stai in questo atteggiamento delle cose di lassù, come dice San Paolo, i cristiani sono i più infelici della terra, perché è tutto un passaggio nelle prove e nel dolore, nella speranza del dopo; la speranza del dopo, però, è un dono che hai già vissuto da beato qua sulla terra e continuerà per l’eternità, senza il dolore, il pianto. In questa settimana, stiamo cercando di meditare e di accogliere i sette doni dello Spirito Santo: oggi è l’intelletto. Lo Spirito Santo risveglia i doni, perché attraverso quei doni, possiamo conoscere il pensiero di Dio e, attraverso l’intelletto, entrare e penetrare quello che sto dicendo. Noi abbiamo sempre visto lo Spirito Santo come il datore dei carismi però, i carismi sono orientati verso la terra mentre i doni dello Spirito Santo sono orientati verso Dio. Infatti, tu puoi avere il carisma di guarire, di vedere il futuro, di parlare in lingue ma questi carismi servono per risolvere i problemi della terra. I doni (la sapienza, l’intelletto, la fortezza, la scienza, la pietà, il timor di Dio, il consiglio), invece, ti portano a conoscere il pensiero di Dio, ti portano a riconoscere che Dio guida la tua vita e che tutte le situazioni che vivi, anche se afflitto o tribolato, sono delle beatitudini. Grazie a quei doni, parte in te l’energia primaria, la potenza della resurrezione, che non ti toglie dalla prova ma ti rende beato: è diverso. Il carisma ti toglie la prova, mentre il dono dello Spirito Santo ti rende beato, ti permette di riconoscere l’azione di Dio che c’è in te. Oggi noi festeggiamo Maria Madre della Chiesa e San Giuseppe Padre della Chiesa. Guardando umanamente, anche San Giuseppe nella sua vita è stato un pochino sfortunato: ha passato la vita a scappare, incompreso, ha dovuto accettare ciò che non avrebbe voluto fare, tra cui sposarsi. Era custode del Figlio di Dio e per primo, assieme a Maria, ha saputo quello che sarebbe capitato al Figlio di Dio. Eppure, San Giuseppe, è il Giusto per eccellenza, beato dall’eternità, onorato da tutto l’Universo; era beato perché ha accolto i sette doni dello Spirito Santo e, nonostante non ci fosse ancora la Redenzione, in coloro che “attingevano al cielo”, come Maria e Giuseppe, i doni dello Spirito Santo funzionavano appieno. Dicevo prima: l’unico modo per essere beato è lasciare che l’energia primaria parta dentro di te, è attingere alla potenza della Resurrezione[5]. Siamo beati, perché il Signore Gesù Cristo con la Sua Redenzione ci ha reso beati e ci ha dato la possibilità di esserlo con il dono dello Spirito Santo. Ci ha ridato la possibilità di tornare ad essere figli: “Beati voi”. È tutto collegato, è tutto in questo vortice trinitario e come ci entri? Con la fede[6]. Il passaggio della fede spetta a tutti noi, però non è credere con le forze umane ma è credere con l’Amore, perché è lo Spirito Santo che ti porta al Figlio. Ora chiediamoci perché andiamo al Figlio: andiamo per abitudine, andiamo per interesse o andiamo per Amore? Se andiamo per Amore, domandiamoci chi ci ha portato a quell’Amore, chi ce l’ha dato quell’Amore, da dove viene quell’Amore: dallo Spirito Santo. Vedete com’è è sempre in azione dentro di noi lo Spirito Santo? Beati se lo sappiamo ascoltare, beati se rispondiamo, beati se, poi, riconosciamo i doni che ci ha dato; quanti doni nella nostra vita che non riconosciamo, che riteniamo cose giuste, normali, ovvie! Beato perché vivo, perché respiro, per le persone che ho accanto, beato perché ho incontrato questo cammino che mi ha risvegliato, beato perché ho capito che posso ragionare con la mia testa o meglio col mio spirito. Beato perché so di essere libero, redento, figlio di Dio. Beato perchè posso rapportarmi con Lui faccia a faccia. Beato anche se ho una malattia. Questa è la strada delle beatitudini! Beati sapendo di avere angeli ed Arcangeli attorno a noi, santi e fratelli fedeli. Scartando i fratelli fedeli ci stacchiamo da una beatitudine e non possiamo percepire appieno questa gioia. Beati perché i 49 membri del Nucleo Centrale pregano per noi. Ascoltare le parole della Madonna ci rende beati. Nel messaggio del 12 settembre 2015[7] la Madonna ci dice : “Se mi chiamate col mio vero nome che è Madre, Madre di Dio e Madre vostra, potete sentire la gioia che sgorga dal mio cuore per voi”. Non è una beatitudine sentire la gioia di Maria, l’amore di Maria? In un messaggio a Medjugorje ha detto: “Se sapeste quanto vi amo piangereste di gioia”. Come si può saperlo? Chiamandola col suo nome, Madre, e sapendo di avere una Madre. Beati noi. Maria dice anche: “Ho provato il dolore sul Calvario, quando ho incontrato il mio Figlio i nostri sguardi si sono incrociati nel dolore, un dolore puro. Esiste un dolore puro, figli miei, è il dolore di Gesù, un dolore che redime e che innalza la creatura”[8]. Abbiamo sentito, sabato, che quando incontri lo Spirito Santo è anche il fuoco purificatore, perché immette sempre nel dolore puro di Gesù. Beati noi se il nostro intelletto risvegliato ci fa capire questo. E poi Maria dice: “Io incontro lo sguardo di ogni mio figlio che soffre così come ho incontrato lo sguardo del mio Gesù”[9]. Non è una beatitudine essere a conoscenza di tutto questo quando soffri e sapere che se chiami Maria col suo vero nome che è Madre, incontri il Suo sguardo così come ha guardato Gesù? Penso che valga la pena soffrire per la gioia di incontrare lo sguardo di Maria, di sentire il Suo Amore! Non so se c’è un qualcosa di più grande. Sempre Maria dice: “E sono qui per dirvi: aiutatemi. Aiutatemi a salvare le anime perché tanti figli non mi guardano più e non posso più incrociare il loro sguardo”[10]. Vediamo che ogni beatitudine ti immette in una missione. Come? Ti rende portatore di pace. Ci ha chiesto di essere tutti, in particolare i sacerdoti, portatori di pace. Come lo siamo? Quando siamo beati. Allora anche i nostri sguardi possono aiutare Maria. Maria si rivolge a tutti, non solo ai sacerdoti ministeriali, perchè tutti siamo sacerdoti grazie al sacerdozio regale[11]. Infatti dice: “Ho bisogno di un popolo che porti il mio nome che è Madre e che sappia amare con l’amore di una Madre, tutti i figli di Dio. Non perdetevi nelle piccole cose della vita, non perdetevi negli affetti, nei vostri attaccamenti e nei vostri bisogni”[12]. Qui si riferisce al fatto che la vita che viviamo non è la vita; noi non siamo del mondo, siamo nel mondo ma non del mondo. Cercate le cose di lassù. Tutte queste beatitudini ci portano alla trasformazione. È chiaro che Dio non vuole provarci, Dio ci vuole nella gioia piena ma l’unica strada per arrivare alla gioia piena è la Sua e noi stiamo seguendo Lui. Ho detto prima come erano Maria e Giuseppe sulla terra. Pensate anche al percorso di Gesù: se ci fosse stata un’altra strada l’avrebbe percorsa. Noi dobbiamo seguire Lui sulla Sua strada e questa è un’altra beatitudine: beati noi che abbiamo la gioia di unire le nostre sofferenze a quelle di Cristo. Beati noi. Ancora una volta dico: se con l’intelletto risvegliato facciamo questo, stiamo faccia a faccia con Dio e vediamo che tutto è bene, che tutte queste situazioni ci cambiano e vediamo che cambiano gli altri attorno a noi. Questi sono i miracoli, questo è un popolo che riscrive la storia, che trasforma la storia. Cerchiamo ogni giorno, in questa settimana, di vedere i doni dello Spirito Santo in questo modo e si risveglierà dentro di noi questa strada luminosa perché siamo il popolo della luce.
E Maria Santissima ci guidi ad arrivare alla Verità tutta intera a stare perfettamente nella luce, ci aiuti a risvegliare i sette doni dello Spirito Santo e tutto ciò che è impresso nella nostra anima.
Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
[1] Si riferisce al messaggio dello Spirito Santo del 8/06/2019 dal titolo “Il tempo delle beatitudini”
[2] Ibidem
[3] Mt 16, 13-20
[4] Mt 5, 1-12a
[5]Rimandiamo al messaggio di Gesù “La forza della fede” del 18 maggio 2019 contenuto nel libro“Verso la nuova creazione” volume VI anni 2018-2019
[6] Ibidem
[7]Si riferisce al messaggio “Il mio nome è Madre” contenuto nel libro “Verso la nuova creazione” volume V anni dal 2014 al 2017
[8] Ibidem
[9] Ibidem
[10] Ibidem
[11]Rimandiamo al messaggio di Gesù “Il futuro del mio popolo” dell‘8 settembre 2011 contenuto nel libro “2012 la scelta definitiva dell‘umanità”
[12]Si riferisce al messaggio “Il mio nome è Madre” contenuto nel libro “Verso la nuova creazione” volume V anni dal 2014 al 2017